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Persa è la memoria delle nostre generazioni di milioni di migranti, persa è la solidarietà e il senso dell'accoglienza. Cosa significano più, per l'Italia cattolica, le parole: "Ero straniero e mi avete accolto, avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero malato e mi avete curato". E per l'Italia intera che significato ha più la nostra carta costituzionale e quell'articolo 32 che garantisce il diritto alla salute e alle cure per tutti; proprio tutti, nessuno escluso.
A chi darà più sicurezza l'approvazione di una legge che trasforma tutti i migranti in presunti delinquenti, stupratori, persone indesiderabili, da respingere e cancellare? Una legge che propone ai medici di denunciare le persone malate e bisognose di cura spezzando il vincolo di fiducia che è il
prerequisito fondamentale di ogni rapporto medico-paziente.
Chi si potrà sentire più tranquillo e con l'animo in pace, sapendo che fuori della propria porta un'umanità disperata, affamata, addolorata, offesa, e sempre più numerosa, solo per decreto non esisterà più?
E saranno più sicure le nostre strade illuminate da lampioni e roghi, percorse da ronde di uomini trasformati in feroce muta di cani? Saranno più sicure le nostre famiglie italiane all'interno delle quali si consumano la maggior parte delle violenze e degli abusi contro donne e bambini?
So che tanta parte dell'Italia è ancora fatta da brava gente.
È ora di alzare la voce. È ora di fare di nuovo la propria parte. È un'ultima occasione di riscatto, per incrociare con dignità gli occhi di ogni altro essere umano.
Per quanto mi riguarda da domani nel mio studio ci sarà scritto: "Io non denuncio, io curo".>>